Millico: ”Sono felice di essere qui”

Millico: ”Sono felice di essere qui”

Ecco le parole di Vincenzo Millico, attaccante rossonero,  in conferenza stampa.

“I bilanci, per me, individualmente non possono essere corrisposti in quello se poi non ottengo niente collettivamente. Posso sicuramente dire che mi sono ambientato velocemente, che sto facendo di tutto per dimostrare alle persone, che hanno creduto in me, parlo di società, tifosi e compagni di squadra, che ho voglia di stare e di fare bene qui. Però se mi chiedete il bilancio individuale faccio fatica a potervelo dire perché se poi non porta punti tutto ciò che faccio io è inutile. Sicuramente sto cercando di dare il massimo per far vedere che ci sono e voglio stare qui. Sono felice di essere qui. Credo che sotto tutti i punti di vista questa squadra è formata da giocatori ambiziosi che puntano a qualcosa di più del semplice salvarsi. Questa squadra è formata da giocatori forti che vogliono arrivare in alto, che comunque essendo sportivi e consapevoli di ciò che siamo e possiamo fare dobbiamo ambire a qualcosa di più. Ce la stiamo mettendo tutta, si o no questo spetta lo deciderà il mister, voi o chi di competenza. Mentalmente, questa squadra sa quello che deve fare e può fare per raggiungere gli obbiettivi. Mi hanno sempre cercato e dimostrato affetto. Ci tenevano ad avermi qui, che indossassi questi colori, questa maglia. Hanno insistito e mi hanno convinto a venire qui. Sono arrivato in una fase della mia carriera che ho bisogno di sentirmi amato. È stata una scelta semplice per due motivi, il primo era la loro insistenza che negli anni si è fatta sentire e due perché avevo bisogno di questo affetto per ritrovare un po’ il sorriso in questo sport. Le partite sono tutte fondamentali, nessuna vale di più dell’altra. Se poi qualcuno guarda la classifica è normale che dà peso più ad una che ad un’altra. Dobbiamo essere pronti sempre. La mentalità della vittoria deve averla. Sono tutte fondamentali, perché puntiamo a vincerle. Mi aspetto che vinciamo in campionato e che andiamo in serie B. La verità. Chiunque giocatore punta a vincere il campionato, sia dal punto di vista individuale che collettivo. Ovviamente, bisogna calarsi alla realtà, capire le difficoltà che ci sono, ma bisogna essere consapevoli che se una persona vuole con la tenacia di farlo può riuscirci, perché sa quanto vale. Ad esempio, io rappresento tutti. Ma se io sembro innamorato del pallone è perché la squadra riconosce in me un leader tecnico, quindi possono fidarsi di me. Io non sono innamorato del pallone. Io faccio quello che ha bisogno la squadra. Se a volte sembro insistente è perché so che con il mio modo di giocare, che creando un dribbling, uno contro uno, posso creare una superiorità numerica. Ovvio che se su dieci dribbling lo saltassi dieci volte, con tutto il rispetto, sarei al Real Madrid e non qui. Quindi a volte può dar fastidio che su dieci volte che ci provo posso perderla due o tre volte e poi saltano all’occhio quegli errori. So che queste cose fanno parte del gioco. A me interessa che la squadra, l’allenatore e la società riconosce in me una persona che non si nasconde e che si prende la propria responsabilità. A me interessa questo, io faccio quello che mi dice l’allenatore e poi quello che serve alla squadra. La squadra è consapevole. Da quando sono qui, non abbiamo mai meritato di perdere una partita. Abbiamo dominato in alcune partite. Dobbiamo essere positivi, lasciare fuori la negatività. Il problema è che si tende a guardare la negatività, perché ci troviamo in un periodo negativo. Tutto ciò che faccio è perché so che devo farlo per il bene della squadra. Devo fare ciò che è nelle mie caratteristiche. La cosa che vedo da quando sono arrivato qui è la consapevolezza della vittoria, di essere più forti degli altri”.