“Lo Zeman di Coppa”: Odi et Amo

“Lo Zeman di Coppa”: Odi et Amo

La quarta avventura di Zeman sulla panchina rossonera avrà inizio con il primo appuntamento ufficiale della stagione 2021-22 ovvero il primo turno di Coppa Italia di Serie C, competizione che torna dopo un anno d’assenza – l’ultima fu vinta dalla Juventus Under 23 – per i motivi che noi tutti conosciamo. Prima gara ufficiale che vede il Foggia impegnato allo Zac contro la Paganese di Lello Di Napoli, che fu il secondo di Campilongo nel recente passato rossonero. Un match imperdibile per gustare – in anteprima- le giocate targate Zemanlandia parte quarta. E seppur i carichi di lavoro post ritiro e le premesse iniziali di una squadra in costruzione non siano ancora le migliori, FoggiaPaganese sarà sicuramente l’occasione adatta per rivedere lo Zaccheria nella sua veste migliore: popolato di tifosi ed entusiasmo nel penultimo sabato sera d’agosto.

La Coppa Italia, dobbiamo però ammetterlo, non è di certo il palcoscenico sul quale il boemo ami esibire le proprie qualità e invenzioni tattiche. É un torneo dentro-fuori, troppo ristretto per definire realmente il credo del maestro, il quale quando è chiamato a disputare la Coppa si dedica principalmente alle sperimentazioni e ai test. Guardando al passato, nel suo primo anno di guida tecnica in Capitanata (1986-1987 ndr), il Foggia Calcio abbandonò la Coppa Italia sin dal primo turno; stesso risultato ottenuto nell’agosto del 1989 quando la Reggina eliminò i Satanelli già al primo incontro. Destino diverso per quanto concerne la stagione successiva: vittoria sulla Lucchese (successo per 4-1 all’andata e sconfitta esterna per 3-1 al ritorno) al primo turno ed eliminazione per mano della Roma, che ebbe la meglio per un totale di 4-1 nelle due gare. Era il Foggia che si classificò al primo posto in Serie B, ottenendo una fantastica promozione in massima seria, blindata con il nono posizionamento nel campionato 1991-92. E proprio nell’anno della prima “Serie A zemaniana”, i rossoneri ottennero un poco gratificante accesso al secondo turno di Coppa Italia, parallelamente alla semifinale di Coppa Mitropa (la più antica coppa europea), che quell’anno giunse al termine proprio in quel di Foggia. Il miglior risultato in Coppa Italia di Zeman sulla panchina dauna è indubbiamente il quarto di finale del ‘93-‘94: un doppio confronto con il Parma, dopo aver eliminato Triestina e Cesena. Il boemo fece discretamente bene anche nella stagione precedente con un ottavo di finale raggiunto, superando nel secondo turno il Pisa (1-0 l’andata in casa, 2-2 il ritorno in trasferta), vendendo poi eliminato agli ottavi di finale dall’Inter, pareggiando 0-0 in casa e perdendo 2-0 a Milano. In ultima battuta, è doveroso ricordare anche la più recente esperienza zemaniana a Foggia nell’annata 2010-11, quando i Satanelli parteciparono proprio alla Coppa Italia di Lega Pro. Il format era completamente diverso da quello attuale e prevedeva molti più incontri (sin da metà agosto) per Insigne e compagni, i quali salutarono la competizione al terzo turno della seconda fase. Quattro vittorie e punteggio pieno nella fase a gironi (era il raggruppamento H ndr) che fecero da apripista ai successi – a suon di gol – su Sorrento e Barletta nei due turni successivi. L’eliminazione maturò a causa della sconfitta contro il Cosenza (segnò un certo Mazzeo) e al pareggio interno contro la Juve Stabia. Furono 16 i gol realizzati dalla squadra rossonera nelle 8 uscite extra campionato: una media di 2 reti a match!

Allargando l’orizzonte nella valutazione del connubio (non troppo felice) tra Zeman e la Coppa di Lega, è giusto menzionare anche il secondo posto in Coppa di Svizzera, ottenuto alla guida del Lugano nella stagione 2015-16; i bianconeri vennero sconfitti dallo Zurigo (già retrocesso ndr) nonostante un’ottima prestazione, fedele al percorso del club in Super League (nono posto ndr). Virtualmente, il tecnico di Praga sarebbe finalista anche con la Roma nel 2012-13 nella tanto decantata sconfitta capitolina ad opera della Lazio che con Lulic scippò agli odiati cugini la vittoria della “decima”; Zeman non sedeva in panchina in quell’occasione (fu esonerato a febbraio ndr), ma guidò i giallorossi fino alla semifinale d’andata contro l’Inter. In seguito dichiarò: “il rimpianto c’è. Ci credevo. La Coppa Italia era sempre qualcosa da vincere, sia per me che per la società”.

Un rapporto sicuramente controverso tra la coppa e il maestro, che però non vorrà fare brutta figura, sabato, davanti alla “sua” Foggia e al presidente Canonico, che più di tutti ha creduto fermamente nel ritorno del boemo su una delle panchine più ambite della Serie C. Zeman ce la metterà tutta, nonostante l’odi et amo che da sempre accompagna il suo modo di lavorare e chissà che la storia non si possa invertire, per una volta… e magari vedere finalmente il boemo vincere un trofeo, impresa mai riuscita a ZZ! Farlo con il “suo” Foggia sarebbe un sigillo indelebile di una storia d’amore passionale, destinata a durare ancora nel corso del tempo. Vincere (o quanto meno provarci) la coppa significherebbe suggellare agli dei e ai posteri questo viscerale rapporto, come due innamorati che regalano al matrimonio il loro amore indelebile e (ci si augura) duraturo.

L’amore incondizionato dei tifosi non è mai mancato e quale migliore occasione per dimostrare loro, con un inizio convincente, quanto siano ricambiati questi sentimenti? Foggia ci spera, Zeman lavora. E se Jupp Heynckes, come ha ricordato lo stesso boemo nella conferenza di presentazione, riuscì a vincere una Champions con il Bayern alla veneranda età di 68 anni; nulla appare realmente impossibile per un uomo chiamato Zdeněk Zeman, che a 74 anni corre come un ragazzino e da “buon padre” (e perché no, anche educatore) raccoglie le bottigliette dei suoi a fine allenamento…

Per il poeta latino Catullo, Odi et amo riassumeva al meglio la sensazione di un dissidio interiore, frutto di un rapporto sentimentale oramai lacerato da emozioni opposte e contrastanti. L’incipit è chiaro e di forte impatto poiché condensa in un epigramma tormentato un tremendo stato d’animo, che appare irrisolto quindi non vissuto pienamente. Zeman, invece, proverà a cessare tale discordia perché per uno come lui, l’odio è un sentimento troppo forte quando si parla di calcio. E non solo.

 

(Foto: Rai)

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