C’è una clausola per i giovani in caso di C

C’è una clausola per i giovani in caso di C

La marcia del Foggia verso la Serie C procede a lunghe falcate, dopo le pesanti imputazioni a carico della società del Bitonto e di alcuni calciatori nel processo sportivo per una presunta combine con il Picerno. Ma la sentenza di primo grado è prevista per il 31 agosto, una data che paradossalmente potrebbe allungare oltremodo i tempi della società rossonera per assicurarsi i nuovi acquisti già opzionati e mettere sotto contratto il nuovo allenatore.

LA CLAUSOLA. Le intese con le società di Serie A per portare in rossonero le «prime scelte» delle formazioni Primavera (accordi con Genoa, Torino, Parma) prevedono, infatti, la clausola dell’acquisizione da parte del Foggia della nuova categoria, garanzia che il club rossonero potrà fornire soltanto dopo il via libera della Lega Pro. Idem per l’allenatore: tutti i tecnici contattati, in particolare quelli dati in pole position (Cangelosi tra questi) vogliono allenare soltanto in Serie C e, prima di mettere nero su bianco sul contratto, intendono accertarsi. Il Foggia aveva tutto sommato previsto tempi simili, ma una sentenza di primo grado con qualche giorno d’anticipo avrebbe certamente agevolato la situazione. E invece c’è il rischio che «i giocatori non aspettino e accettino le proposte di altre società», il timore manifestato dal presidente Felleca. Oltretutto anche i tempi del ripescaggio, sicuramente più ravvicinati, comportano in ogni caso gli stessi rischi: l’ultima data oltre la quale la Lega Pro definirà gli organi è il 24 agosto, termine ultimo per le iscrizioni di Livorno e Trapani retrocesse dalla Serie B. Solo successivamente la Lega Pro potrebbe dar corso ai ripescaggi, sempre che ce ne sia bisogno per completare i gironi, e dunque si arriverebbe come minimo al 25-26 agosto. Quattro, forse cinque giorni prima della sentenza del 31, un lasso di tempo utile per mettere sotto contratto l’allenatore con cui c’è l’accordo, mentre sui giocatori promessi bisognerà incrociare le dita.

Walter Carbone – Corriere dello Sport

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